“Luce di Pescara”  orostudio  ac ilsensonascosto /studio etereo

Esiste sempre un senso nascosto nell’opera di un artista.

Esiste un rapporto con l’atmosfera luminosa.

Esiste un rapporto con il buio.

Come percepiamo il paesaggio?

Il rapporto con il paesaggio è immersivo, non è qualcosa che si possa toccare o raggiungere, esso sta intorno, in più ci attraversa.

Esiste un paesaggio fuori e un paesaggio dentro di noi.

Esiste l’interiorizzazione del paesaggio.

Esiste un tipo di luce che produce un tipo di creatività?

E un tipo di luce che favorisce comportamenti, che crea legami, che fa nascere riflessioni sui tanti livelli

della vita? Com’è la vita a Pescara? Come vivono la luce le persone che la abitano?

Interessa una parte di tutto oppure interessa tutto? Una parte che racchiude il senso nascosto genera il desiderio dell’arte? Sappiamo dire cosa?

La città verso il mare Adriatico, il passato. E’ passato il suo sole che presto si alza inclinandosi, illuminando bene il quadro davanti ai nostri occhi. Osserviamo una visuale verso il mare che non possiede energia ma immagine, l’immagine ci contiene.

Contiene insieme la sublimazione di ciò che passa, contenendo il passato contiene la nostalgia del senso nascosto. Non sapendo dire cosa davvero ci trafigge il cuore in un presente continuo possiamo guardare all’arte, essa ci ospita, aprirà per noi un bosco, una marea con la luna piena e capiremo come leggere la natura. L’arte è differente dall’architettura perché quest’ultima si occupa di creare un mondo rigido su di un sistema cosmico elastico. L’arte contenendo il passato nel senso nascosto ci tiene legati al sistema cosmico nel quale la nostra inesauribile bellezza ci proietta. Possiamo essere luminosi e stupendi.

orostudio “Luce di Pescara”

Pensare alla luminosità di un luogo, di Pescara e descriverla, descrivendo insieme ciò che continua a produrre creativamente un tipo di atmosfera. Adriatico su Pescara è il confine che non esiste, a onde e in aria con le nuvole, un’antica pazienza apre il sorriso dell’azzurro. Una sensibilità che continua a esprimersi con l’arte, una città che ne custodisce molta.

Giuseppe Pietroniro

Giuseppe Pietroniro è nato a Toronto (Canada). Vive e lavora a Roma.
Formatosi prima sotto la guida di Ettore Spalletti, durante gli anni del Liceo Artistico a Pescara, poi presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Dopo un breve periodo di soggiorno a New York, è tornato in Italia, stabilendosi a Roma ed entrando in contatto con la scena artistica della città. In questo periodo lavora come assistente presso lo Studio di Joseph Kosuth.
La sua ricerca artistica parte da un’analisi concettuale della realtà. Attraverso la fotografia, il disegno o l’installazione Pietroniro indaga la realtà come forma di illusione e messa in scena. Scandaglia continuamente il senso del limite, categoria connaturata all’uomo e al tempo. La sua riflessione è focalizzata sul limite della visione, sulla dimensione della percezione dello spazio plastico e visivo e sul limite della relazione tra uomo e il suo contesto. La sua formazione gli ha permesso di maturare la giusta distanza intellettuale tra idea e forma, per elaborare opere che giocano con il doppio, la simmetria, giochi architettonici e prospettici, capaci di creare spazi e forme che dilatano la percezione plastica del tempo. È co-fondatore della piattaforma There Is No Place Like Home (www.thereisniplace.com) e del Work-Shop residenza Ritratto a Mano(www.ritrattoamano.it).
Attualmente è docente di Scultura presso l’Accademia di belle Arti di Macerata.

Mostre personali (selezione): Una mattina, Azione Atto Unico, Inner Room, Siena, 2019; Ne qui ne altrove, Palazzo Bevilacqua Ariosti, Bologna, 2016 / Museo H.C. Andersen / Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma, 2012; È come se nulla fosse…. MACRO, Roma, 2015; Risonanza, Fondazione Merz, Torino, 2011; Lo scandalo del vuoto, Spazio Gerra, Reggio Emilia, 2009; Giuseppe!!! W Warszawie, Kordegarda-Zacheta, National Gallery of Art, Varsavia, 2008; Perluciditas, Galleria Maze, Torino, 2007.

Mostre collettive (selezione): Sottile spessore, progettoarte-elm, 2019; Mirabilia Urbis, Accademia d’Ungheria, Roma, 2019; An unexpected collection, Galleria Monitor, Roma, 2019; Cortesie per gli ospiti, Palazzo Collicola Arti Visive, Spoleto, 2017; There is no place like home, Lungotevere San Paolo, Roma, 2016; La scrittura degli echi, MAXXI, Roma, 2015/ Via Aurelia Antica, Roma, 2014; RE-GENERATION, MACRO, Roma, 2012; Meteorite in giardino, Fondazione Merz Torino, 2011; Italian open, Galleria Annet Gelink, Amsterdam, 2009; Cui prodest? New Gallery De France, Parigi, 2009; “Cutting edge art between Lebanon and Italy”, The Dome City Center, Beirut, 2009; The Buffer Zone, American Accademy in Rome, 2009; Eternità, Fotografia Europea, Reggio Emilia, 2009; Speculazioni d’artista, Quattro generazioni a confronto, Museo Carlo Bilotti, Roma, 2009; Nothing’s Gonna Change My World, Istituto Svizzero di Cultura, Villa Maraini, Roma, 2008; Varsavia saluta Roma, Istituto Polacco di Cultura, Roma, 2008; Triennale Di Torino T2- 50 Lune Di Saturno, Castello di Rivoli, Torino, 2008.

www.adrianacivitarese.com

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